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Accadde oggi: 23 aprile 1965 Salvatore Burruni campione del mondo!
Il 23 aprile 1965 è per la storia del nostro sport una delle date più importanti, da segnare sul calendario in rosso come una festa. A celebrare l’avvenimento fu chiamata addirittura la Capitale con il suo tempio della boxe, vale a dire il PalaEur. Il protagonista principale era un sardo di bassa statura, dal fisico di peso medio, ma peso medio non era perchè era semplicemente un mosca. Parliamo di Salvatore Burruni che dopo una carriera dilettantistica più che buona sembrava non mantenere da pro le attese subendo sconfitte da Pozzali, Accavallo e il modesto francese Younsi. Ma il sardo, tempra dura e testardo, non si era certo buttato giù, anzi caparbio guadagnava match dopo match terreno iniziando dal titolo italiano, che era da tempo sua proprietà, fino ad arrivare all’Europeo dove sbalordì per la sicurezza con cui sconfisse il finlandese Risto Luukkonen, uno spilungone dal destro secco e potente. Fu un trionfo e da lì non fu difficile capire per gli organizzatori di avere in mano “un tesoro”. Franco Mulas era l’allenatore che lo preparava da sempre, Umberto Branchini era il suo procuratore che non mancava di bombardare l’EBU affinchè fosse presentata la candidatura mondiale alla WBC, tramite Piero Pini, dopo che il sardo stava dominando nella sua categoria. Il campione del mondo all’epoca era il thailandese Pone Kingpetch, che non era certo un carneade visto che aveva perso e riconquistato il titolo con gente come Fighting Harada e Hiroyuki Ebihara. La cosa curiosa era che con questi due prima aveva perso per ko e poi nella rivincita li aveva battuti ai punti. A prendere in mano la situazione e a rischiare fu l’organizzatore romano Rino Tommasi, che aveva in simpatia il sardo. Il manager di Kingpetch venne a Roma e accettò il compenso di 55.000 dollari e le spese viaggio e soggiorno per 4 persone. Kingpetch venne a Roma un mese prima della data fissata e stabilì la sua base di allenamento nella palestra dello Stadio Flaminio. Scelse come sparring Benito Bevagna e Mario Calandra. Dopo un anno e mezzo dalla conquista del titolo il thailandese salì sul ring, dove trovò in Tore Burruni un avversario implacabile che condusse il match a suo piacimento per tutte e 15 le riprese. Fu un trionfo e il suo gancio destro arrivò con puntualità sul volto del campione e ogni volta il pubblicò acclamò accompagnando il colpo come il torero con il toro. Una serata indimenticabile per chi l’ha vissuta: Salvatore Burruni alla bella età di 32 anni era stato il quinto italiano a conquistare il titolo mondiale. Un piccolo gigante dal fisico d’acciaio e dalla volontà di ferro.
(alb)